martedì 1 aprile 2014

Anniversari e addii: José Emilio Pacheco

José Emilio Pacheco


Non tornerà, eppure non se ne andrà mai

Il quattordici gennaio 2013 se n’è andato il suo amico e vicino di casa Juan Gelman (entrambi vivevano nella Colonia Condesa, a Città del Messico), del quale si definiva “lettore intimo”, e a lui, alla sua ventennale presenza nella capitale messicana, José Emilio Pacheco aveva dedicato la sua ultima rubrica sulla rivista Proceso, una colonna settimanale intitolata Inventario che per anni è stata una sorta di bussola non solo letteraria, ma anche etica e civile per i suoi numerosissimi e fedeli lettori. Terminato nel pomeriggio di venerdì, l’articolo era destinato a uscire il giovedì successivo, come sempre: e invece lo si può leggere già ora sul sito della rivista, in memoria non solo del grande poeta argentino, ma dello stesso Pacheco che, ricoverato sabato dopo un banale incidente domestico, è morto domenica “tranquillo, in pace e sulla breccia come ha sempre desiderato”, secondo le parole di sua figlia Laura Emilia, lasciando al Messico e al mondo una straordinaria opera poetica che ne fa uno degli autori di lingua spagnola più importanti del ‘900.